Scatola per verniciatura
La
verniciatura dei modelli civili pone delle problematiche peculiari a livello
operativo che non si riscontrano con la stessa rilevanza negli altri settori.
L’utilizzo di vernici specifiche causa, da un lato, problemi di smaltimento dei
fumi e, dall’altro, l’onnipresente rischio-pelucco, una spada di Damocle che
incombe sulla perfetta riuscita di un modello e che si manifesta con maggiore
pericolo proprio nelle fasi finali della verniciatura, specialmente quando si
applicano gli strati di trasparente finali. Il pelucco costituisce di per sè
un’entità quasi trascendente, spesso impercettibile, senz’altro inutile,
imprevedibile e, pertanto, del tutto assimilabile al bruscolino, entità che
assurge a livello di percettibilità da parte degli esseri viventi soltanto nel
momento in cui si trova a localizzarsi all’interno di un loro occhio. Il
paragone con il bruscolino non è affatto casuale: così come al bruscolino non viene
attribuita rilevanza alcuna all’infuori del caso di cui si è detto, anche al
pelucco si riservano attenzioni soltanto al verificarsi di un evento molto
specifico quanto grave, e cioè nel momento in cui va a depositarsi sull’ultimo
strato di vernice trasparente applicato sul modello ormai ultimato. Bisogna
aggiungere una tragica peculiarità di questo organismo senz’altro pensante:
esso si colloca deliberatamente e con millimetrica precisione sempre al centro
dei cofani o dei tetti dei modelli, evitando accuratamente quelle parti più
nascoste in cui causerebbero danni estremamente minori. Alcuni a questo punto
obbietteranno che il bruscolino costituisce un pericolo altrettanto temuto per
il modellista che affronta la fase di verniciatura del modello; ebbene no! Come
un pelucco non provocherà mai conseguenze troppo fastidiose all’interno di un
occhio, così il bruscolino non è assolutamente dotato di quella sagacia e
tempestività che consentono invece al pelucco di portare a termine le imprese
più efferate e crudeli. Il parallelo è senz’altro stimolante, ma i due concetti
sono opposti, forse complementari, pertanto, ai fini della nostra analisi, è il
pelucco che bisogna imparare ad interpretare affinchè sia possibile
neutralizzarlo efficacemente. La battaglia contro i pelucchi e contro i fumi
della verniciatura può essere affrontata con l’utilizzo di una scatola
all’interno della quale effettuare la verniciatura. L’archétipo della scatola
che si va a descrivere è costituito dallo scatolone di cartone aperto da un
lato ed inumidito all’interno con uno spruzzatore.
La
scatola che ho realizzato trae ispirazione da quelle utilizzate nei laboratori
per la lavorazione e la verniciatura di oggetti in ceramica ed è costituita da
una base e da tre pareti verticali che possono essere realizzate in metallo (in
questo caso dovranno essere unite con saldatura) oppure, come nel mio caso, da
un materiale plastico particolarmente resistente ai diluenti. Le pareti sono
state unite tra loro con l’utilizzo di chiodi senza testa infilati in fori
passanti e silicone con funzione di collante e sigillante. Tutti gli spigoli
sono stati protetti con profilati in alluminio attaccati col silicone.
Sulla
base vengono realizzati due fori: il primo, più grande (5 cm. circa di
diametro), è in grado di provvedere allo scarico della stessa quantità di acqua
che viene immessa all’interno della scatola ed ha un pescaggio a circa 1 cm.
dal fondo per consentire il formarsi di uno strato di acqua anche sul fondo
stesso; il secondo, più piccolo (1 cm. circa di diametro), smaltisce una
quantità di acqua minima ma garantisce la fuoriuscita totale dell’acqua in
quanto pesca a filo del fondo.
All’estremità
delle tre pareti verticali, dalla parte interna, vengono posizionati dei tubi
nei quali vengono praticati dei fori (alla distanza di 5 cm. circa uno
dall’altro) per l’uscita dell’acqua. I tubi, del tipo usato per gli impianti
idraulici domestici, sono fissati alle pareti con le staffe che si usano per i
tubi degli impianti elettrici e sono uniti tra loro con gomiti e uno snodo
centrale a “T” che viene utilizzato per collegare il tubo che proviene
dall’esterno della scatola.
Ai tubi
vengono successivamente applicate delle paratie mobili (anch’esse possono
essere realizzate in alluminio od in materiale plastico) per mezzo delle staffe
già usate per il fissaggio dei tubi alle pareti con la funzione di “appiattire”
il flusso d’acqua che esce dai fori e così permettere la formazione di un velo
d’acqua regolare e costante.
L’acqua
viene fatta arrivare allo snodo a “T” per mezzo di una pompa ad immersione
collocata all’interno di una vasca che contiene circa 30 litri d’acqua. Alternativamente
si potrebbe collegare direttamente l’acqua proveniente dall’impianto di casa
ma, difficilmente, si dispone di una pressione sufficiente ad introdurre la
quantità d’acqua necessaria per formare un velo regolare su tutte le superfici
interne. Nel caso in cui si disponesse di una pressione sufficiente sarebbe
senz’altro preferibile adottare questa soluzione che evita il riutilizzo di
acqua sporca con conseguente necessità di provvedere ad una periodica
sostituzione dell’acqua all’interno della vasca ed al periodico lavaggio dei
fori dei tubi che si possono ostruire con il passaggio di residui di
verniciatura.
Una
soluzione intermedia adottata recentemente consiste nell’ottenere un “doppio
ricircolo”. E’ stata aggiunta una seconda pompa che espelle dalla vasca l’acqua
sporca proveniente dalla scatola di verniciatura. L’acqua sporca viene
scaricata direttamente nel lavandino e viene sostituita con acqua pulita per
mezzo di un tubo collegato ad rubinetto.
Per
quanto riguarda lo smaltimento dei fumi e polveri più leggere questo viene
garantito da un aspiratore posto al di sopra della scatola che viene sostenuto
da una struttura di metallo appoggiata alla scatola stessa. All’imbocco
dell’aspiratore viene posto un filtro del tipo usato nelle cappe da cucina che
va sostituito ad ogni verniciatura se si vuole mantenere una buona efficienza
della ventola; all’uscita dell’aspiratore viene invece collegato un tubo che
espelle le polveri all’esterno del locale.
La
parte superiore viene poi chiusa con telo di nylon trasparente che permette
l’illuminazione e viene preferito ad altre soluzioni quali plastica trasparente
o vetro (la prima non si può pulire con diluente e il secondo può causare
problemi di fragilità nello smontaggio per la pulizia).
L’impianto così realizzato presenta
il grosso pregio di essere facilmente smontato per poter eseguire la pulizia
necessaria a tenerlo in perfetta efficienza, soprattutto se viene utilizzata
acqua di ricircolo e non fresca. Anche la pompa e, soprattutto, l’aspiratore
devono essere smontati e puliti accuratamente per eliminare i residui che si
attaccano sulle superfici delle loro parti interne. Tutte queste precauzioni
possono ancora non essere sufficienti: alcuni riferiscono di aver sorpreso
nottetempo dei pelucchi vestiti di nero che si introducevano all’interno dei
barattoli di vernice per poter essere successivamente spruzzati sull’agognata
superficie. Per questo problema risulta quanto mai indispensabile tenere ben
chiusi i barattoli e controllare sempre la limpidezza della vernice prima di
utilizzarla. Se a questo punto un pelucco riesce ancora a raggiungere la sua
meta, ebbene, lo si lasci dov’è; gli sforzi sovrumani ed i pericoli che ha
affrontato devono essere riconosciuti, si deve portare rispetto a chi si è
immolato per perpetuare la propria immagine in modo spettacolare cogliendo
quell’attimo fuggente che permette di trasformare un’esistenza altrimenti
squallida in una posa forse immota ma sempiterna e grandiosa, là, al centro del
cofano o del tetto di quel fantastico modello che tutti ammirano.