Si tratta di una pista concepita per sfruttare al meglio le potenzialità di questi mini-bolidi: in uno spazio di 3,5 x 2 metri quadrati è stato possibile ricavare un tracciato divertente e realistico, sia come sviluppo che come proporzioni. Il realismo è stato ulteriormente arricchito dall'inserimento di alcuni elementi di "arredo" che contribuiscono a riprodurre l'ambientazione da circuito. Un altro aspetto preso in considerazione è stata la praticità di montaggio e smontaggio della pista, operazioni che possono effettuarsi in pochi minuti e che permettono di trasportare la pista senza particolari problemi.
Mi sono sempre prefigurato una sorta di scala in base alla quale si possa vivere
l'esperienza dell'automodellismo dinamico e goderne in proporzione (figuratevi
come sono ridotto...)
1° grado: penso sia capitato a tutti, si compra un modello, anche in scala importante, lo si prova in un piazzale, se piccolo anche in salotto, si fa un minimo di messa a punto per migliorare la guidabilità, si prende dimestichezza con i comandi, dopodiché, dopo 4 o 5 volte, il modello finisce su qualche scaffale o, nei tempi più recenti, sul mercatino di qualche forum...
2° grado: si ha la fortuna di poter provare il modello in pista: la prospettiva cambia radicalmente, i vincoli del percorso da seguire costituiscono una prova con cui confrontarsi davvero stimolante; cresce la febbre del modellista ma se non ci si evolve da questa situazione il rischio scaffale è sempre dietro l'angolo...
3° grado: c'è l'opportunità di correre sulla pista con uno o altri amici: ecco che si aggiunge un altro ingrediente, lo scontro/confronto diretto con altri, si capisce qual è il proprio livello rispetto ad altri appassionati, si cerca di migliorare, di batterli, si crea un momento di aggregazione sociale che aiuta molto ad allontanare i pericoli dell'abbandono...
4° grado: gli amici appassionati, dotati di una pista, riescono a procurarsi un contagiri/cronometro automatizzato: gli ingredienti ci sono tutti, si possono ricreare degli eventi tali e quali alla realtà, ci si può misurare con sè stessi oltre che rispetto agli altri, si possono fare delle vere e proprie gare a tempo o a giri, la tenuta della passione è spesso determinata più da fattori esogeni (lavoro, famiglia) o al più da dinamiche all'interno del gruppo stesso ma, se questo tiene, si potranno passare tante serate coinvolgenti e divertenti in compagnia.
E, fin qui, niente di particolarmente nuovo; da tempo ormai mi sono però fatto contagiare dal virus del "realistic driving and track", come da altri battezzato, ebbene:
5° grado: tutti gli ingredienti di cui sopra buttati dentro ad una pista che riproduce (in misura più o meno spinta) una pista vera, sia sotto l'aspetto delle proporzioni, sia dal punto di vista dell'ambientazione e quindi della riproduzione degli elementi presenti su un vero circuito; a incominciare da un circuito delimitato da cordoli e prato anziché da un muretto, per continuare con la riproduzione di particolari quali box, tribune, ecc. La guida cambia un po’, ma neanche poi tanto; d’altronde anche su una pista larga tipo mini-96 (sto parlando per lo standard dNaNo) il tratto di pista entro cui si corre per seguire la traiettoria ideale non è più largo di 25-30 cm. Anche la velocità, dopo che si è preso un po’ la mano, non è tanto inferiore a quella ottenibile in condizioni più “agevoli”. Tanto più che lo spazio offerto dai cordoli e prato può essere utilizzato, certo passandoci con cautela, cercando di non slittarci sopra, di non rimanere a cavallo di un cordolo, di non girarsi sul prato che comunque risulta più scivoloso, proprio come accade in realtà. Questa è la "Replica Track":
1° grado: penso sia capitato a tutti, si compra un modello, anche in scala importante, lo si prova in un piazzale, se piccolo anche in salotto, si fa un minimo di messa a punto per migliorare la guidabilità, si prende dimestichezza con i comandi, dopodiché, dopo 4 o 5 volte, il modello finisce su qualche scaffale o, nei tempi più recenti, sul mercatino di qualche forum...
2° grado: si ha la fortuna di poter provare il modello in pista: la prospettiva cambia radicalmente, i vincoli del percorso da seguire costituiscono una prova con cui confrontarsi davvero stimolante; cresce la febbre del modellista ma se non ci si evolve da questa situazione il rischio scaffale è sempre dietro l'angolo...
3° grado: c'è l'opportunità di correre sulla pista con uno o altri amici: ecco che si aggiunge un altro ingrediente, lo scontro/confronto diretto con altri, si capisce qual è il proprio livello rispetto ad altri appassionati, si cerca di migliorare, di batterli, si crea un momento di aggregazione sociale che aiuta molto ad allontanare i pericoli dell'abbandono...
4° grado: gli amici appassionati, dotati di una pista, riescono a procurarsi un contagiri/cronometro automatizzato: gli ingredienti ci sono tutti, si possono ricreare degli eventi tali e quali alla realtà, ci si può misurare con sè stessi oltre che rispetto agli altri, si possono fare delle vere e proprie gare a tempo o a giri, la tenuta della passione è spesso determinata più da fattori esogeni (lavoro, famiglia) o al più da dinamiche all'interno del gruppo stesso ma, se questo tiene, si potranno passare tante serate coinvolgenti e divertenti in compagnia.
E, fin qui, niente di particolarmente nuovo; da tempo ormai mi sono però fatto contagiare dal virus del "realistic driving and track", come da altri battezzato, ebbene:
5° grado: tutti gli ingredienti di cui sopra buttati dentro ad una pista che riproduce (in misura più o meno spinta) una pista vera, sia sotto l'aspetto delle proporzioni, sia dal punto di vista dell'ambientazione e quindi della riproduzione degli elementi presenti su un vero circuito; a incominciare da un circuito delimitato da cordoli e prato anziché da un muretto, per continuare con la riproduzione di particolari quali box, tribune, ecc. La guida cambia un po’, ma neanche poi tanto; d’altronde anche su una pista larga tipo mini-96 (sto parlando per lo standard dNaNo) il tratto di pista entro cui si corre per seguire la traiettoria ideale non è più largo di 25-30 cm. Anche la velocità, dopo che si è preso un po’ la mano, non è tanto inferiore a quella ottenibile in condizioni più “agevoli”. Tanto più che lo spazio offerto dai cordoli e prato può essere utilizzato, certo passandoci con cautela, cercando di non slittarci sopra, di non rimanere a cavallo di un cordolo, di non girarsi sul prato che comunque risulta più scivoloso, proprio come accade in realtà. Questa è la "Replica Track":
Ma, certo, non immaginavo che si potesse ancora salire di un grado ed arrivare
al mitico “6° grado”…
6° grado: tutto quello di cui sopra… by night! Ho installato il kit luci su due modelli dNaNo (una Mazda 787 e una Jaguar XJR9 adattata da un kit Heller), modalità luci sempre accese (voglio dire che non si spengono se ci si ferma, le luci rosse posteriori non si accendono solo quando si va in retro ma restano sempre accese), motore stock, in questa configurazione la durata delle batterie resta più che soddisfacente, il consumo di questi led è davvero ridottissimo.
Ma, a questo punto, lascio spazio alle immagini, vi presento il 6° grado di godimento nel guidare un automodello radiocomandato… night time!
6° grado: tutto quello di cui sopra… by night! Ho installato il kit luci su due modelli dNaNo (una Mazda 787 e una Jaguar XJR9 adattata da un kit Heller), modalità luci sempre accese (voglio dire che non si spengono se ci si ferma, le luci rosse posteriori non si accendono solo quando si va in retro ma restano sempre accese), motore stock, in questa configurazione la durata delle batterie resta più che soddisfacente, il consumo di questi led è davvero ridottissimo.
Ma, a questo punto, lascio spazio alle immagini, vi presento il 6° grado di godimento nel guidare un automodello radiocomandato… night time!