Il fuorigioco
Forse è la regola più ostica del Subbuteo, a volte difficile da valutare, molto spesso non conosciuta a fondo, troppe volte applicata in maniera approssimativa.
Per cercare di renderla chiara ed assimilabile da tutti verrà abbandonato lo schema classico, così come enunciato nei vari regolamenti, a cui comunque si riferisce, per arrivare ad individuare una serie di condizioni che devono verificarsi “a cascata” affinché una miniatura venga a trovarsi in posizione di fuorigioco e il relativo fallo possa effettivamente essere reclamato. L’ausilio della grafica sarà determinante per facilitare la comprensione delle varie situazioni.
Incominciamo subito individuando due “condizioni preliminari” che devono verificarsi per poter iniziare a pensare che una miniatura possa trovarsi in posizione di fuorigioco.
Condizioni Preliminari
Condizione Preliminare Soggettiva: La miniatura attaccante deve trovarsi all'interno dell'area di tiro avversaria
Condizione Preliminare Oggettiva: E' necessario che sia presente almeno una miniatura della squadra in difesa (oltre al portiere) all'interno dell'area di tiro
La prima cosa che bisogna rilevare è dunque che la miniatura in attacco si trovi all’interno dell’area di tiro avversaria; diversamente non si può parlare di fuorigioco. Subito dopo devo valutare se all’interno dell’area di tiro ci sia anche almeno una miniatura della squadra in difesa oltre al portiere.
La situazione è illustrata nell’immagine sottostante in cui sono presenti, all’interno dell’area di tiro della squadra che sta difendendo, la miniatura rossa “A” della squadra attaccante, una miniatura blu “D” della squadra in difesa oltre al suo portiere "P".
Per cercare di renderla chiara ed assimilabile da tutti verrà abbandonato lo schema classico, così come enunciato nei vari regolamenti, a cui comunque si riferisce, per arrivare ad individuare una serie di condizioni che devono verificarsi “a cascata” affinché una miniatura venga a trovarsi in posizione di fuorigioco e il relativo fallo possa effettivamente essere reclamato. L’ausilio della grafica sarà determinante per facilitare la comprensione delle varie situazioni.
Incominciamo subito individuando due “condizioni preliminari” che devono verificarsi per poter iniziare a pensare che una miniatura possa trovarsi in posizione di fuorigioco.
Condizioni Preliminari
Condizione Preliminare Soggettiva: La miniatura attaccante deve trovarsi all'interno dell'area di tiro avversaria
Condizione Preliminare Oggettiva: E' necessario che sia presente almeno una miniatura della squadra in difesa (oltre al portiere) all'interno dell'area di tiro
La prima cosa che bisogna rilevare è dunque che la miniatura in attacco si trovi all’interno dell’area di tiro avversaria; diversamente non si può parlare di fuorigioco. Subito dopo devo valutare se all’interno dell’area di tiro ci sia anche almeno una miniatura della squadra in difesa oltre al portiere.
La situazione è illustrata nell’immagine sottostante in cui sono presenti, all’interno dell’area di tiro della squadra che sta difendendo, la miniatura rossa “A” della squadra attaccante, una miniatura blu “D” della squadra in difesa oltre al suo portiere "P".
In questo caso, verificato che sono soddisfatte entrambe le condizioni preliminari, si potrà continuare la valutazione sull’effettiva posizione di fuorigioco della miniatura in attacco. Se le due condizioni preliminari non risultano contemporaneamente verificate non si potrà in nessun caso parlare di fuorigioco e si potrà quindi proseguire il gioco.
Quello su cui ci si vuole soffermare in merito alle condizioni preliminari è il concetto di miniatura “all’interno dell’area di tiro”. Tale concetto infatti non è lo stesso per la miniatura in attacco e per quella che difende. Per essere considerate all’interno dell’area di tiro infatti:
La miniatura in attacco deve essere COMPLETAMENTE all’interno dell’area di tiro mentre, perché la miniatura in difesa si possa considerare all’interno dell’area di tiro, è sufficiente che quest’ultima tocchi appena la linea di tiro.
L’immagine qui sotto chiarisce i due concetti: la miniatura “A” (attaccante) non si deve sovrapporre alla linea di tiro in nessun modo; sostanzialmente il concetto è lo stesso che si utilizza per valutare la possibilità di tirare quando si richiede che la palla sia all’interno dell’area di tiro. La posizione di leggera sovrapposizione della miniatura in difesa “D” consente invece di affermare che questa si trovi all’interno dell’area di tiro.
Quello su cui ci si vuole soffermare in merito alle condizioni preliminari è il concetto di miniatura “all’interno dell’area di tiro”. Tale concetto infatti non è lo stesso per la miniatura in attacco e per quella che difende. Per essere considerate all’interno dell’area di tiro infatti:
La miniatura in attacco deve essere COMPLETAMENTE all’interno dell’area di tiro mentre, perché la miniatura in difesa si possa considerare all’interno dell’area di tiro, è sufficiente che quest’ultima tocchi appena la linea di tiro.
L’immagine qui sotto chiarisce i due concetti: la miniatura “A” (attaccante) non si deve sovrapporre alla linea di tiro in nessun modo; sostanzialmente il concetto è lo stesso che si utilizza per valutare la possibilità di tirare quando si richiede che la palla sia all’interno dell’area di tiro. La posizione di leggera sovrapposizione della miniatura in difesa “D” consente invece di affermare che questa si trovi all’interno dell’area di tiro.
In un caso simile quindi il fuorigioco potrà essere reclamato al ricorrere delle ulteriori condizioni che verranno enunciate successivamente.
Vengono illustrate qui di seguito due casi-limite in cui il fuorigioco NON può essere reclamato per insussistenza di una delle due condizioni preliminari:
Vengono illustrate qui di seguito due casi-limite in cui il fuorigioco NON può essere reclamato per insussistenza di una delle due condizioni preliminari:
In questo primo caso viene meno la condizione preliminare soggettiva poiché la miniatura in attacco (A) non può considerarsi all'interno dell'area di tiro in quanto si sovrappone leggermente alla linea di tiro e quindi non può dirsi COMPLETAMENTE all'interno di tale area. La miniatura "D" invece rispetterebbe la condizione preliminare oggettiva in quanto leggermente sovrapposta alla linea di tiro e quindi considerata all'interno dell'area di tiro.
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In questo secondo caso è la condizione preliminare oggettiva a non essere verificata perchè la miniatura della squadra in difesa (D), non sovrapponendosi per niente alla linea di tiro, non può essere considerata all'interno dell'area stessa. In questa seconda ipotesi sarebbe invece soddisfatta la condizione preliminare soggettiva perchè la miniatura "A" è completamente all'interno dell'area di tiro.
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Passiamo ora alla valutazione della seconda coppia di condizioni, quelle che possono definirsi le “condizioni fondamentali” del fuorigioco, quelle che, rispettivamente, individuano e sanciscono l’effettiva posizione di fuorigioco.
Condizioni Fondamentali
Condizione Fondamentale Soggettiva: Una miniatura attaccante è in fuorigioco quando si trova più vicino alla linea di fondo avversaria rispetto a quanto non lo sia la palla
Condizione Fondamentale Oggettiva: Non è fuorigioco se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco
La prima di queste due condizioni (Condizione Fondamentale Soggettiva), così chiamata perché dipende dalla posizione della miniatura attaccante che può essere reclamata in fuorigioco, non presenta particolari problemi di interpretazione e può essere facilmente rappresentata nell’illustrazione seguente:
In questo caso si rileva immediatamente il fatto che la miniatura della squadra in attacco “A” risulta più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la palla.
In quest’altra illustrazione viene invece rappresentato un caso in cui la condizione non è verificata perché risulta evidente che la palla è più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la miniatura in attacco “A”.
In quest’altra illustrazione viene invece rappresentato un caso in cui la condizione non è verificata perché risulta evidente che la palla è più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la miniatura in attacco “A”.
Questa, tra le condizioni del fuorigioco, è la più importante, è quella che permette di individuare una posizione di potenziale fuorigioco.
Anche in questo caso soffermiamoci ad individuare il criterio che permette di stabilire la vicinanza rispetto alla linea di fondo. La parte (della pallina o della base della miniatura) da prendere in considerazione per questa valutazione corrisponde al punto più avanzato e quindi più vicino alla linea di fondo della miniatura o della palla. Il concetto si chiarisce immediatamente con l’ausilio di un’altra immagine:
Anche in questo caso soffermiamoci ad individuare il criterio che permette di stabilire la vicinanza rispetto alla linea di fondo. La parte (della pallina o della base della miniatura) da prendere in considerazione per questa valutazione corrisponde al punto più avanzato e quindi più vicino alla linea di fondo della miniatura o della palla. Il concetto si chiarisce immediatamente con l’ausilio di un’altra immagine:
La linea rossa, tangente al punto di maggiore vicinanza della miniatura alla linea di fondo, risulta in questo caso più avanzata rispetto alla stessa linea relativa alla palla, la linea nera. In questo caso quindi la miniatura può considerarsi in posizione di fuorigioco. Come vediamo, il punto da prendere in considerazione è il punto più avanzato della miniatura o palla e non, ad esempio, il punto centrale della circonferenza formata dalla miniatura/palla.
La seconda condizione (Condizione Fondamentale Oggettiva), che dipende invece dalla posizione delle miniature della squadra in difesa, viene preliminarmente espressa in forma negativa e cioè: “Non è fuorigioco se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco” e quindi, in tale forma, può essere considerata un’esimente piuttosto che una condizione. Questo vuol dire che, anche se è verificata la prima condizione fondamentale (miniatura in attacco più vicina alla linea di fondo rispetto alla palla), se non si verifica questa seconda condizione, il fuorigioco non può essere rilevato. Questa condizione potrebbe anche essere espressa in forma positiva ma forse la leggibilità non è altrettanto agevole:
“E' fuorigioco se ci sono meno di due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”.
Ognuno sceglierà la forma più congeniale…
Passiamo all’analisi di questa regola un poco ostica: incominciamo dicendo che la regola sarebbe molto meno ostica se non ci fosse il portiere a mettersi d’impiccio. Nella maggior parte dei casi, infatti, basterebbe verificare che non ci sia alcuna miniatura della squadra in difesa più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la miniatura della squadra in attacco, situazione rappresentata nell’illustrazione che segue:
La seconda condizione (Condizione Fondamentale Oggettiva), che dipende invece dalla posizione delle miniature della squadra in difesa, viene preliminarmente espressa in forma negativa e cioè: “Non è fuorigioco se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco” e quindi, in tale forma, può essere considerata un’esimente piuttosto che una condizione. Questo vuol dire che, anche se è verificata la prima condizione fondamentale (miniatura in attacco più vicina alla linea di fondo rispetto alla palla), se non si verifica questa seconda condizione, il fuorigioco non può essere rilevato. Questa condizione potrebbe anche essere espressa in forma positiva ma forse la leggibilità non è altrettanto agevole:
“E' fuorigioco se ci sono meno di due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”.
Ognuno sceglierà la forma più congeniale…
Passiamo all’analisi di questa regola un poco ostica: incominciamo dicendo che la regola sarebbe molto meno ostica se non ci fosse il portiere a mettersi d’impiccio. Nella maggior parte dei casi, infatti, basterebbe verificare che non ci sia alcuna miniatura della squadra in difesa più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la miniatura della squadra in attacco, situazione rappresentata nell’illustrazione che segue:
In questo caso non ci sono miniature blu (squadra in difesa) più vicine alla linea di fondo rispetto alla miniatura attaccante rossa che quindi può definitivamente dichiarata in posizione di fuorigioco per il verificarsi della condizione fondamentale oggettiva.
In questo secondo caso invece c’è una miniatura blu che è più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la miniatura attaccante rossa e, di conseguenza, non vi è fuorigioco per il mancato verificarsi della condizione fondamentale oggettiva.
In questo secondo caso invece c’è una miniatura blu che è più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la miniatura attaccante rossa e, di conseguenza, non vi è fuorigioco per il mancato verificarsi della condizione fondamentale oggettiva.
Si ricorda che in entrambi questi casi è verificata la condizione fondamentale soggettiva e cioè che la miniatura in attacco sia più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo si a la palla.
E‘ sotto questa accezione che la regola viene applicata il più delle volte e cioè quando, in pratica, il portiere se ne sta tranquillo all’interno della sua porta e ben attaccato alla sua asticella. Ecco però che, quando il portierino decide di fare il suo ingresso in campo, incomincia il divertimento e la regola deve essere letta nella sua forma originaria, sia poi essa quella negativa o quella positiva.
Analizziamo nuovamente l'ultima immagine riportata sopra in cui la miniatura attaccante non veniva a trovarsi in fuorigioco. Alla luce della regola, così come enunciata nella forma originaria, la miniatura attaccante, seppure in posizione soggettiva di fuorigioco perché più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la palla, non può essere reclamata in fuorigioco perché “ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”. Queste due miniature sono evidentemente il difensore “D” e il portiere “P”. Questa condizione non si verifica invece nella penultima immagine sopra riportata, in cui l’unica miniatura della squadra in difesa più vicina alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura in attacco è il portiere “P” e dove quindi la posizione di fuorigioco può venire confermata.
Proviamo rapidamente a valutare le due situazioni utilizzando anche la più criptica forma positiva: nella penultima immagine, quella in cui vi è fuorigioco, possiamo verificare che “ci sono meno di due miniature – e quindi una o nessuna - della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”, c’è infatti solo il portiere “P”. La condizione non si verifica invece nell’ultima immagine in cui non “ci sono meno di due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”; ce ne sono infatti due (non quindi “meno di due”) e pertanto non vi è fuorigioco.
Inervento del "portierino"
Lasciamo alle spalle questo cervellotico excursus ed entriamo nel cuore della regola: cosa succede quando entra in campo il portierino?
Incominciamo dal caso più semplice, quando cioè il portierino sostanzialmente occupa la stessa posizione del portiere con l’asticella:
E‘ sotto questa accezione che la regola viene applicata il più delle volte e cioè quando, in pratica, il portiere se ne sta tranquillo all’interno della sua porta e ben attaccato alla sua asticella. Ecco però che, quando il portierino decide di fare il suo ingresso in campo, incomincia il divertimento e la regola deve essere letta nella sua forma originaria, sia poi essa quella negativa o quella positiva.
Analizziamo nuovamente l'ultima immagine riportata sopra in cui la miniatura attaccante non veniva a trovarsi in fuorigioco. Alla luce della regola, così come enunciata nella forma originaria, la miniatura attaccante, seppure in posizione soggettiva di fuorigioco perché più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la palla, non può essere reclamata in fuorigioco perché “ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”. Queste due miniature sono evidentemente il difensore “D” e il portiere “P”. Questa condizione non si verifica invece nella penultima immagine sopra riportata, in cui l’unica miniatura della squadra in difesa più vicina alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura in attacco è il portiere “P” e dove quindi la posizione di fuorigioco può venire confermata.
Proviamo rapidamente a valutare le due situazioni utilizzando anche la più criptica forma positiva: nella penultima immagine, quella in cui vi è fuorigioco, possiamo verificare che “ci sono meno di due miniature – e quindi una o nessuna - della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”, c’è infatti solo il portiere “P”. La condizione non si verifica invece nell’ultima immagine in cui non “ci sono meno di due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”; ce ne sono infatti due (non quindi “meno di due”) e pertanto non vi è fuorigioco.
Inervento del "portierino"
Lasciamo alle spalle questo cervellotico excursus ed entriamo nel cuore della regola: cosa succede quando entra in campo il portierino?
Incominciamo dal caso più semplice, quando cioè il portierino sostanzialmente occupa la stessa posizione del portiere con l’asticella:
In tal caso l’attaccante è indiscutibilmente in fuorigioco, sono verificate le condizioni preliminari ed entrambe quelle fondamentali, quella soggettiva (attaccante più vicino alla linea di fondo rispetto alla palla) e quella oggettiva (non ci sono almeno due miniature della squadra in difesa - compreso il portiere - più vicine alla linea di fondo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco).
A volte però accade che il portierino si avventuri più lontano dalla sua porta, ed ecco che si possono verificare situazioni più complesse, tipo quella illustrata qui sotto:
A volte però accade che il portierino si avventuri più lontano dalla sua porta, ed ecco che si possono verificare situazioni più complesse, tipo quella illustrata qui sotto:
La miniatura attaccante “A” è in fuorigioco? Se volessimo verificare la sussistenza della condizione fondamentale oggettiva nella sua forma “semplificata” andremmo semplicemente a controllare che ci sia una miniatura della squadra in difesa più vicina alla linea di fondo rispetto alla miniatura in attacco. E questo si verifica, “D” è più vicina al fondo di “A” che, pur essendo più vicina al fondo rispetto alla palla, si trova più lontano dalla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia “D”. Saremmo quindi portati a concludere che “A” non è in fuorigioco. Se però applichiamo la regola nella sua forma completa ci accorgiamo che stiamo sbagliando: per escludere il fuorigioco la regola ci impone di verificare che ci siano “almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”. Nel nostro caso, di miniature della squadra in difesa più vicine alla linea di fondo rispetto a quella reclamata in fuorigioco, ne abbiamo solamente una, la miniatura “D”, mentre il portiere è più lontano dal fondo rispetto all’attaccante “A”. Ecco quindi che la miniatura “A” si trova in posizione di fuorigioco.
Perché in un caso simile “A” non si trovi in fuorigioco bisognerebbe quindi che ci fosse un’altra miniatura “D” più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia “A” e cioè che si verifichi una situazione come quella riportata qui di seguito:
Perché in un caso simile “A” non si trovi in fuorigioco bisognerebbe quindi che ci fosse un’altra miniatura “D” più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia “A” e cioè che si verifichi una situazione come quella riportata qui di seguito:
Ecco che stavolta abbiamo le due miniature della squadra in difesa, senza differenza che si tratti di difensori o del portiere, richieste dalla regola perché si possa affermare che non vi è una situazione di fuorigioco.
Volendo esprimere questi concetti leggendo la regola nella sua forma “attiva”, la posizione di fuorigioco sarà confermata se oltre alla miniatura in attacco, verso la linea di fondo campo:
- non c’è alcuna miniatura della squadra in difesa, né portiere né difensore
- c’è solo il portiere o il portierino
- c’è solo una miniatura della squadra in difesa
E’ ancora opportuno ribadire che stiamo parlando della seconda condizione fondamentale, quella oggettiva, che dipende quindi dalla posizione delle miniature della difesa; le considerazioni che si fanno in merito hanno senso solo e soltanto se diamo per verificata la prima condizione fondamentale, quella relativa alla posizione soggettiva della miniatura attaccante, che deve trovarsi più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la palla. E’ importante avere in mente l’applicazione “a cascata” di tutte queste regole, ad iniziare da quelle preliminari, perché nel momento in cui una delle condizioni non si verifica, il processo di valutazione di una situazione di fuorigioco si interrompe e si può continuare a giocare. Solo se tutte e 4 le condizioni si verificano si può sancire l’effettiva situazione di fuorigioco della miniatura in attacco; ciò non vuol dire ancora che si possa “fischiare” il fallo di fuorigioco ma soltanto che l’attaccante può richiedere il rientro della sua miniatura con le modalità che verranno illustrate in altra sede.
Facciamo quindi un piccolo riassunto delle condizioni da verificare per poter considerare una miniatura attaccante in fuorigioco:
1) La miniatura attaccante deve essere nell’area di tiro.
2) Nell’area di tiro deve esserci almeno una miniatura della squadra in difesa (oltre al portiere).
3) La miniatura attaccante deve essere più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la palla.
4) Se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la miniatura in attacco non c’è fuorigioco.
Perché si possa finalmente “fischiare” il tanto agognato fallo di fuorigioco è però necessario che si verifichi un’ultima condizione che potremmo chiamare “condizione scatenante”.
Condizione Scatenante
Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata, in avanti, oltre l'ultimo difensore
Anche questa condizione può riferirsi a due casi, il primo è il caso generale che si verifica con il portiere in porta, il secondo è il caso particolare in cui è entrato in gioco il portierino. In quest’ultimo caso la condizione deve essere espressa in maniera diversa e cioè:
Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata , in avanti, oltre la penultima miniatura della squadra in difesa
E’ chiaro che quest’ultima formulazione funzionerebbe anche nel caso generale ma si preferisce distinguere ed utilizzarla solo per il caso particolare del portierino in gioco mentre nel caso generale si opta per la condizione espressa in una forma più semplice senza il riferimento alla penultima miniatura, dato per scontato che, con il portiere in porta, automaticamente l’ultimo difensore corrisponde sempre alla penultima miniatura in campo procedendo verso la linea di fondo campo.
Caso generale (portiere in porta)
Si tratta della situazione più frequente e semplice, raffigurata nell’illustrazione qui sotto:
Volendo esprimere questi concetti leggendo la regola nella sua forma “attiva”, la posizione di fuorigioco sarà confermata se oltre alla miniatura in attacco, verso la linea di fondo campo:
- non c’è alcuna miniatura della squadra in difesa, né portiere né difensore
- c’è solo il portiere o il portierino
- c’è solo una miniatura della squadra in difesa
E’ ancora opportuno ribadire che stiamo parlando della seconda condizione fondamentale, quella oggettiva, che dipende quindi dalla posizione delle miniature della difesa; le considerazioni che si fanno in merito hanno senso solo e soltanto se diamo per verificata la prima condizione fondamentale, quella relativa alla posizione soggettiva della miniatura attaccante, che deve trovarsi più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la palla. E’ importante avere in mente l’applicazione “a cascata” di tutte queste regole, ad iniziare da quelle preliminari, perché nel momento in cui una delle condizioni non si verifica, il processo di valutazione di una situazione di fuorigioco si interrompe e si può continuare a giocare. Solo se tutte e 4 le condizioni si verificano si può sancire l’effettiva situazione di fuorigioco della miniatura in attacco; ciò non vuol dire ancora che si possa “fischiare” il fallo di fuorigioco ma soltanto che l’attaccante può richiedere il rientro della sua miniatura con le modalità che verranno illustrate in altra sede.
Facciamo quindi un piccolo riassunto delle condizioni da verificare per poter considerare una miniatura attaccante in fuorigioco:
1) La miniatura attaccante deve essere nell’area di tiro.
2) Nell’area di tiro deve esserci almeno una miniatura della squadra in difesa (oltre al portiere).
3) La miniatura attaccante deve essere più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la palla.
4) Se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la miniatura in attacco non c’è fuorigioco.
Perché si possa finalmente “fischiare” il tanto agognato fallo di fuorigioco è però necessario che si verifichi un’ultima condizione che potremmo chiamare “condizione scatenante”.
Condizione Scatenante
Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata, in avanti, oltre l'ultimo difensore
Anche questa condizione può riferirsi a due casi, il primo è il caso generale che si verifica con il portiere in porta, il secondo è il caso particolare in cui è entrato in gioco il portierino. In quest’ultimo caso la condizione deve essere espressa in maniera diversa e cioè:
Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata , in avanti, oltre la penultima miniatura della squadra in difesa
E’ chiaro che quest’ultima formulazione funzionerebbe anche nel caso generale ma si preferisce distinguere ed utilizzarla solo per il caso particolare del portierino in gioco mentre nel caso generale si opta per la condizione espressa in una forma più semplice senza il riferimento alla penultima miniatura, dato per scontato che, con il portiere in porta, automaticamente l’ultimo difensore corrisponde sempre alla penultima miniatura in campo procedendo verso la linea di fondo campo.
Caso generale (portiere in porta)
Si tratta della situazione più frequente e semplice, raffigurata nell’illustrazione qui sotto:
La palla, disegnata insieme alla freccia per indicare che è in movimento, viene calciata dall’attaccante verso la porta avversaria; il fuorigioco si verifica nel momento in cui, nel suo procedere verso la linea di fondo campo, la palla supera l’ultima miniatura della squadra in difesa. Questo evento si verifica quando la linea ideale nera (quella relativa alla palla) oltrepassa la linea ideale blu (quella relativa all’ultima miniatura della squadra in difesa). E’ sufficiente che la palla superi anche solo di pochissimo l’ultimo difensore perché palla e difensore non si possano più considerare “in linea” e quindi la condizione scatenante si verifichi; nell’illustrazione la palla è rappresentata nettamente oltre l’ultimo difensore per rendere meglio l’idea dal punto di vista grafico.
Caso particolare (portierino in campo)
La palla viene calciata in avanti dalla squadra in attacco verso la porta avversaria. Teniamo a mente la regola da applicare in queste situazioni e cioè: “Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata oltre la penultima miniatura della squadra in difesa”; a prescindere quindi che si stia parlando di un difensore o del portiere. Il caso può essere così raffigurato:
La palla viene calciata in avanti dalla squadra in attacco verso la porta avversaria. Teniamo a mente la regola da applicare in queste situazioni e cioè: “Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata oltre la penultima miniatura della squadra in difesa”; a prescindere quindi che si stia parlando di un difensore o del portiere. Il caso può essere così raffigurato:
“A” è chiaramente in posizione di fuorigioco e il fallo sarà ”fischiato” nel momento in cui la palla supera la miniatura “D” che sarebbe appunto la “penultima miniatura della squadra in difesa”.
La situazione non cambia se il portiere si allontana ancora di più dalla porta:
La situazione non cambia se il portiere si allontana ancora di più dalla porta:
In tal caso la penultima miniatura a dover essere superata perché il fuorigioco sia “fischiato” è proprio il portiere, penultima miniatura nel caso in esame.
In questo terzo caso il portiere esce del tutto dalla scena del fuorigioco, ci sono infatti due difensori a determinarne le dinamiche:
In questo terzo caso il portiere esce del tutto dalla scena del fuorigioco, ci sono infatti due difensori a determinarne le dinamiche:
Stavolta sarà la miniatura D’’ a costituire la penultima miniatura della squadra in difesa da dover essere superata per poter “fischiare” il fuorigioco.
Attenzione che in questo caso la miniatura in difesa D’ è stata messa più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la miniatura “A” in attacco; ciò non toglie che “A” resti comunque in posizione di fuorigioco perché non viene verificata la seconda condizione fondamentale, quella oggettiva che prevede che non ci sia situazione di fuorigioco “se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”. E questo non si sta verificando, di miniature della squadra in difesa più vicine alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia “A” ne abbiamo solo una che è il difensore D’.
Attenzione che in questo caso la miniatura in difesa D’ è stata messa più vicina alla linea di fondo campo rispetto a quanto non lo sia la miniatura “A” in attacco; ciò non toglie che “A” resti comunque in posizione di fuorigioco perché non viene verificata la seconda condizione fondamentale, quella oggettiva che prevede che non ci sia situazione di fuorigioco “se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo campo rispetto alla miniatura reclamata in fuorigioco”. E questo non si sta verificando, di miniature della squadra in difesa più vicine alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia “A” ne abbiamo solo una che è il difensore D’.
Chiudiamo la trattazione ripetendo il riassunto riportato più sopra integrato con le condizioni scatenanti:
1) La miniatura attaccante deve essere nell’area di tiro.
2) Nell’area di tiro deve esserci almeno una miniatura della squadra in difesa (oltre al portiere).
3) La miniatura attaccante deve essere più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la palla.
4) Se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la miniatura in attacco non c’è fuorigioco.
5) Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata, in avanti, oltre l'ultimo difensore (caso con portiere in porta) oppure è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata oltre la penultima miniatura della squadra in difesa (caso generale o con portierino in campo).
1) La miniatura attaccante deve essere nell’area di tiro.
2) Nell’area di tiro deve esserci almeno una miniatura della squadra in difesa (oltre al portiere).
3) La miniatura attaccante deve essere più vicina alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la palla.
4) Se ci sono almeno due miniature della squadra in difesa (compreso il portiere) più vicine alla linea di fondo rispetto a quanto non lo sia la miniatura in attacco non c’è fuorigioco.
5) Il fuorigioco è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata, in avanti, oltre l'ultimo difensore (caso con portiere in porta) oppure è fischiato nel momento in cui la palla viene giocata oltre la penultima miniatura della squadra in difesa (caso generale o con portierino in campo).