Ferrari 312B 1970 - elaborazione su base Brumm
Il
Campionato del Mondo di Formula 1 del 1970 viene ricordato principalmente per l’assegnazione
postuma del titolo a Jochen Rindt, al quale risultò fatale un incidente nelle
prove del G.P. d’Italia a Monza. Rindt e la Lotus 72 costituivano un’accoppiata
senz’altro vincente ma, soprattutto nella seconda parte del Campionato, Jacky
Ickx e la Ferrari 312 B si comportarono egregiamente e Ickx concluse il
campionato in seconda posizione a soli 5 punti da Rindt. Il Gran Premio
d’Austria si corre a Zeltweg il 16 agosto e il pubblico locale si aspetta
un’ennesima affermazione del suo idolo, Jochen Rindt che, il sabato, conquista
la pole position. Il giorno dopo, alla partenza della gara, scatta però subito
in testa Clay Regazzoni con un’altra Ferrari 312 B seguito da Ickx. Già nel
corso del primo giro Ickx balza al comando approfittando di un errore di
Regazzoni che scivola sull’olio perso dal motore di Cévert. Regazzoni riesce a
mantenere il secondo posto e i due proseguono la gara in quelle posizioni fino
alla fine realizzando una entusiasmante doppietta.
La Ferrari 312 B è dotata di un motore a 12 cilindri (da cui “12”, seconda parte del nome) che costituisce la prima evoluzione del propulsore da 3 litri (da cui il “3”, prima parte del nome) introdotto nel 1966 e che presentava una disposizione a “V” dei cilindri. L’innovazione consiste nella disposizione dei cilindri che sono ora contrapposti (boxer, da cui il postfisso “B”) e consentono un considerevole abbassamento del baricentro della vettura. Questo motore, concepito da Mauro Forghieri, nelle sue evoluzioni successive con cambio disposto trasversalmente conquisterà 3 titoli iridati (1975, 1977 e 1979).
La Ferrari 312 B è dotata di un motore a 12 cilindri (da cui “12”, seconda parte del nome) che costituisce la prima evoluzione del propulsore da 3 litri (da cui il “3”, prima parte del nome) introdotto nel 1966 e che presentava una disposizione a “V” dei cilindri. L’innovazione consiste nella disposizione dei cilindri che sono ora contrapposti (boxer, da cui il postfisso “B”) e consentono un considerevole abbassamento del baricentro della vettura. Questo motore, concepito da Mauro Forghieri, nelle sue evoluzioni successive con cambio disposto trasversalmente conquisterà 3 titoli iridati (1975, 1977 e 1979).
Il modello in metallo della BRUMM in scala 1/43 costituisce una buona base di partenza in quanto lo stampo della carrozzeria è ben proporzionato e dettagliato. La prima operazione da affrontare è lo smontaggio del modello e la sverniciatura della carrozzeria mediante bagno in diluente nitro; per pulire completamente la carrozzeria da eventuali residui di vernice si possono usare spazzoline da trapano in ferro facendo attenzione a non insistere troppo per non rigare la carrozzeria. Incomincia ora la parte “attiva” dell’intervento che prevede la ricostruzione di tutti i pezzi e che può essere suddivisa in 4 parti: gruppo motore/retrotreno, avantreno, carrozzeria, abitacolo.
1) Gruppo motore/retrotreno
Il gruppo motore/retrotreno rappresenta indubbiamente la parte più cospicua del lavoro in quanto è composta da numerosi pezzi a vista oltre ad occupare fisicamente il 30-40% del volume totale del modello. Il motore originale viene “sfrondato” da tutte le appendici e si conserva pertanto solo il blocco che funge da elemento strutturale per tutti i pezzi delle sospensioni posteriori, della trasmissione e dell’impianto di raffreddamento.
I primi pezzi ad essere costruiti sono i braccetti inferiori delle sospensioni posteriori in modo da proporzionare correttamente la carreggiata posteriore e che vengono realizzati saldando a stagno con cannello a gas dei pezzi di spilli cromati. Si prosegue modificando gli attacchi dei braccetti e dei tiranti delle sospensioni posteriori che sono infulcrati nei mozzi mediante l’utilizzo di tubicino di rame da 1 mm. A questo punto si adattano opportunamente gli ammortizzatori posteriori e i freni a disco posteriori completi di pinze (tutti accessori Tameo) e viene realizzata la barra di torsione con i suoi supporti ed i suoi tiranti utilizzando filo di ferro, tubicino di rame e resti di fotoincisioni; i dadi di fissaggio dei tiranti sono anch’essi fotoincisioni. I quattro tiranti delle sospensioni posteriori sono fatti con spilli cromati, mentre gli attacchi dei tiranti stessi alla carrozzeria sono ottenuti modificando quelli originali in plastica. Per i semiassi posteriori si utilizzano delle barrette di metallo arricchite con i giunti cardanici realizzati con pezzettini di tubo di rame da 1 mm. intagliati al centro ed incastrati uno dentro l’altro. Con una
barretta metallica e plasticard viene realizzata l’asta di rinvio del cambio
che si inserisce sulla parte superiore dello stesso e che però rimarrà quasi
totalmente nascosta dal successivo montaggio della centralina e dei radiatori.
Il blocco
motore viene arricchito con i tromboncini di aspirazione torniti di Tameo, con
fotoincisioni varie (tra queste le scritte “Ferrari”), con i cavi delle candele
e quelli dell’iniezione; questi ultimi due sono realizzati utilizzando
rispettivamente setole di scopa da cucina particolarmente sottili e lenza da
pesca. Per quanto riguarda i tubi di scarico si mantengono quelli originali in
plastica ai quali vengono sostituiti i terminali con tubi di rame che
permettono di ottenere un assottigliamento più realistico grazie alla
lavorazione con lima tonda. I supporti dei tubi di scarico sono composti da
vecchie fotoincisioni adattate e da anelli ottenuti da tubo di rame da 1,5 mm..
L’impianto
di raffreddamento del motore è costituito dalle grosse prese d’aria bianche che
ospitano all’estremità posteriore i radiatori e che sono costruite utilizzando
parte di quelle originali e lamierino di ottone. I radiatori sono costruiti con
plastica e rifiniti con retino metallico. In plastica e plasticard viene
realizzato anche tutto il sistema di serbatoi mentre si usano fili elettrici
per i vari tubi di collegamento. Tra i due radiatori viene sistemata la
batteria con il relativo supporto mentre tra le prese d’aria viene posizionata
la centralina con il suo supporto. Questi pezzi vengono realizzati con plastica
e lamierini molto sottili ricavati da vecchie fotoincisioni. Per la colorazione
del motore, dopo aver dato una mano di fondo, si spruzza una mano di nero
opaco, quindi si procede con pennello asciutto con tonalità di colori metallici
via via più chiare (dal gun metal all’argento).
Per le ruote si conservano i
cerchi originali che vengono riverniciati in quanto presentano una colorazione
oro troppo ramata ed arricchiti da una fotoincisione per riprodurre i dadi di
fissaggio centrali. Ai pneumatici si asportano le scritte e il bordino bianco
in quanto quello corretto è di colore oro; le decals utilizzate per riprodurre
correttamente scritte e bordini sono di Tron.
2) Avantreno
La
costruzione dell’avantreno incomincia con la realizzazione dei braccetti
inferiori delle sospensioni così come era avvenuto per il retrotreno ed anche
in questo caso si utilizzano spilli cromati saldati a stagno. Per i braccetti
superiori si riciclano vecchie fotoincisioni in ottone che vengono
opportunamente adattate e rodiate a simulare la cromatura.
Tutti i
braccetti vengono ancorati per mezzo di tubicini di rame ad un pezzo di
plastica che si inserisce all’interno della carrozzeria e che rimane totalmente
nascosto. I mozzi anteriori, costruiti con resti di metallo bianco e tubicini
di rame, vengono arricchiti con dischi dei freni e relative pinze (accessori
Tameo), con le prese dell’aria dei freni (fotoincisioni di recupero) mentre il
cavo dei freni stessi è realizzato con filo elettrico. I tiranti dello sterzo
sono barrette di metallo e vanno ad ancorarsi nel pezzo di plastica di cui si è
detto sopra.
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3) Carrozzeria
La
carrozzeria richiede un intervento relativamente limitato: come già detto il
dettaglio dello stampo Brumm è realistico e ben particolareggiato come, ad
esempio, per quanto riguarda la rivettatura. Si interviene soltanto sulla presa
d’aria “NACA” presente sulla parte superiore/anteriore e si stuccano alcuni fori.
Queste sono le uniche modifiche effettuate sulla parte metallica della
carrozzeria.
Ben più
consistente è l’intervento sulle componenti che si ancorano alla carrozzeria:
l’alettone posteriore e i baffi anteriori vengono completamente ricostruiti con
fogli di plasticard e lamierino di ottone.
Più
precisamente il supporto dell’alettone posteriore viene realizzato con
plasticard da 1 mm.. Tre intagli opportunamente inclinati ospiteranno gli
elementi deportanti orizzontali realizzati con lamierino di ottone di diverso
spessore. I fianchetti laterali sono invece fotoincisioni recuperate da un kit
di Tron. Per i due baffi anteriori si utilizza plasticard per i piani e
lamierino sottilissimo per i fianchetti verticali. La ricostruzione prosegue
con il roll-bar (barretta metallica sagomata) che, in fase di montaggio finale,
verrà inserito in due fori praticati sulla carrozzeria ed unito al supporto
dell’alettone posteriore. Il roll-bar è infine completato con il supporto del
poggia-testa. La pompa della benzina, che si colloca sotto al roll-bar, viene
realizzata al tornio in ottone e successivamente viene rodiata con lo stesso
procedimento usato per i braccetti anteriori.
La griglia del radiatore anteriore, situata all’interno della grossa presa d’aria anteriore, è una fotoincisione Tameo adeguatamente sagomata, gli specchietti sono quelli originali del modello così come il parabrezza, che viene però privato dei due pernetti che lo assicuravano alla carrozzeria (in quanto sarebbero rimasti parzialmente visibili) e viene assottigliato con carta abrasiva nel taglio del bordo superiore. Il parabrezza così modificato viene lucidato con pasta abrasiva e spazzola di stoffa e verrà assicurato alla carrozzeria con colla epossidica.
La verniciatura della
carrozzeria si effettua applicando in sequenza due mani di fondo, una di
bianco, due di rosso e due di trasparente bicomponente. Prima del trasparente
vengono applicate le decals che si recuperano da avanzi di kit di Ferrari di
quel periodo (in particolar modo da kit di Tron).
3) Abitacolo
Per ricostruire l’abitacolo si conserva la struttura di quello originale e si riveste il sedile con alcuni strati di carta di tovagliolo che successivamente viene colorata a pennello. Il sedile viene completato con le cinture di sicurezza, che si riproducono tagliando delle striscioline di carta adesiva nera zigrinata sulle quali vengono poi applicate le decals “Britax”, e i relativi ganci, recuperati da fotoincisioni di vecchi kit. Anche per la pedaliera si utilizza una vecchia fotoincisione mentre il selettore e la leva del cambio sono accessori di Tameo. Le razze del volante vengono ricostruite con lamierino di ottone sulle quali viene fissata la corona. Per il piantone si utilizza uno spillo al quale viene opportunamente modellata la capocchia sulla quale si applica la decal del cavallino Ferrari. Il lavoro è completato con la colorazione del cruscotto e l’applicazione delle decals degli strumenti.
Montaggio Finale
Una volta
che tutti i pezzi sono stati realizzati, verniciati e già parzialmente
assemblati, si procede alla fase finale del montaggio. Il primo passo consiste
nel posizionare l’abitacolo che viene fissato contemporaneamente al montaggio
del fondino. Subito dopo si installa il motore e, fin qui, non si pongono
problemi di allineamento o simmetria.
Il montaggio del retrotreno e delle altre componenti del motore risulta più problematico in quanto, in fase di realizzazione dei singoli pezzi, non è possibile provarli tutti insieme, verificare gli ingombri, simulare gli assetti, predisporre correttamente tutti gli incastri ed agganci e, pertanto, risulta sempre necessaria qualche modifica nel corso dell’assemblaggio finale.
Dopo aver
montato le sospensioni posteriori si procede con le altri componenti del motore,
quindi si passa al montaggio dell’avantreno. In questo caso il problema
principale consiste nell’ottenere un corretto assetto del modello rispetto al
retrotreno già assemblato e, a tal fine, giova calcolare preventivamente le
altezze dei mozzi da terra in modo che, tenendo in considerazione l’altezza
delle ruote, si possa ottenere un’altezza della carrozzeria da terra il più
possibile corretta e costante nella parte anteriore ed in quella posteriore del
modello. A questo punto si può concludere il montaggio applicando tutti i pezzi
che si ancorano direttamente o indirettamente alla carrozzeria.
L’automodello
così realizzato è composto da un totale di 271 pezzi suddivisi in 189 per il
gruppo motore/retrotreno, 36 per l’avantreno, 24 per la carrozzeria e 22 per
l’abitacolo.