Ferrari 158 1964 - Tameo Kits vs Meri Kits
Il 25 ottobre 1964 si corre il gran premio del
Messico, epilogo del campionato mondiale di Formula 1 di quell’anno. Tre piloti
possono aggiudicarsi il titolo: Graham Hill con la BRM è avvantaggiato con 41
punti ma sa che dovrà toglierne almeno due per via degli scarti; seguono John
Surtees con la Ferrari a 34 punti e Jim Clark con la Lotus a 30 punti. Clark si
porta in testa fin dall’inizio della gara mentre Hill viene stretto in una
curva dalla Ferrari di Bandini e danneggia irrimediabilmente la sua BRM; a
dieci giri dalla fine Clark è costretto a rallentare, il motore lo sta
abbandonando e dovrà fermarsi a dieci chilometri dal traguardo. A questo punto
Surtees è terzo, posizione che non gli permette di ottenere i punti necessari
per portarsi in testa alla classifica mondiale; in seconda piazza c’è l’altro
ferrarista Bandini che, su indicazione dei box, rallenta fino a farsi superare
dal suo caposquadra. John Surtees ottiene così il titolo con un punto di
vantaggio su Graham Hill.
La conquista dell’iride da parte di Surtees assume un valore particolare, in quanto è il primo (e tuttora unico) pilota ad aver vinto un titolo mondiale nelle categorie regine sia con le motociclette che con le automobili. Anche alla Ferrari 158 deve ascriversi un primato ineguagliato: è l’unica monoposto di Formula 1 del Cavallino ufficiale ad aver gareggiato con una livrea diversa dall’abituale rosso Ferrari. Enzo Ferrari, in polemica con la federazione internazionale a causa della mancata omologazione della sua berlinetta 250 Le Mans, rinuncia alla licenza italiana di concorrente e si iscrive alle ultime due gare (Stati Uniti e Messico) sotto i colori statunitensi bianco e blu della scuderia N.A.R.T..
E’ proprio questa peculiarità che mi ha indotto alla realizzazione contemporanea di due kits contraddistinti dalle diverse livree. Entrambi i kits sono ad alta definizione, superdettagliati con parti apribili. Per la versione rossa ho scelto il kit Tameo della serie WCT, mentre per la versione “USA” ho optato per una scatola di montaggio Meri Kits della serie MKS.
L’assemblaggio simultaneo di due modelli porta inevitabilmente a fare dei confronti sulla qualità dei materiali forniti così come sulle problematiche affrontate nelle varie fasi di montaggio. La rilevazione di queste differenze mi ha così indotto ad effettuare un paragone sistematico tra i due kits per arrivare al termine a decretare un “vincitore” in base alle valutazioni intermedie espresse a favore di uno o dell’altro. Questo è stato possibile in considerazione del fatto che il modello riprodotto, ad eccezione del colore, era essenzialmente lo stesso.
Per arrivare ad un verdetto finale ho individuato tre ordini di valutazioni: innanzitutto ho proceduto ad un esame statico e visivo delle varie componenti; l’assemblaggio vero e proprio costituisce sicuramente la parte fondamentale della “contesa”; infine è possibile effettuare un paragone ancora visivo sui due modelli finiti. Il punteggio attribuito ad ogni singola valutazione è graduato da 0 a 5.
n.b.: le foto con lo sfondo rosso si riferiscono alla Ferrari 158 di Tameo Kits, quelle con lo sfondo azzurro si riferiscono alla Ferrari 158 NART di Meri Kits.
La conquista dell’iride da parte di Surtees assume un valore particolare, in quanto è il primo (e tuttora unico) pilota ad aver vinto un titolo mondiale nelle categorie regine sia con le motociclette che con le automobili. Anche alla Ferrari 158 deve ascriversi un primato ineguagliato: è l’unica monoposto di Formula 1 del Cavallino ufficiale ad aver gareggiato con una livrea diversa dall’abituale rosso Ferrari. Enzo Ferrari, in polemica con la federazione internazionale a causa della mancata omologazione della sua berlinetta 250 Le Mans, rinuncia alla licenza italiana di concorrente e si iscrive alle ultime due gare (Stati Uniti e Messico) sotto i colori statunitensi bianco e blu della scuderia N.A.R.T..
E’ proprio questa peculiarità che mi ha indotto alla realizzazione contemporanea di due kits contraddistinti dalle diverse livree. Entrambi i kits sono ad alta definizione, superdettagliati con parti apribili. Per la versione rossa ho scelto il kit Tameo della serie WCT, mentre per la versione “USA” ho optato per una scatola di montaggio Meri Kits della serie MKS.
L’assemblaggio simultaneo di due modelli porta inevitabilmente a fare dei confronti sulla qualità dei materiali forniti così come sulle problematiche affrontate nelle varie fasi di montaggio. La rilevazione di queste differenze mi ha così indotto ad effettuare un paragone sistematico tra i due kits per arrivare al termine a decretare un “vincitore” in base alle valutazioni intermedie espresse a favore di uno o dell’altro. Questo è stato possibile in considerazione del fatto che il modello riprodotto, ad eccezione del colore, era essenzialmente lo stesso.
Per arrivare ad un verdetto finale ho individuato tre ordini di valutazioni: innanzitutto ho proceduto ad un esame statico e visivo delle varie componenti; l’assemblaggio vero e proprio costituisce sicuramente la parte fondamentale della “contesa”; infine è possibile effettuare un paragone ancora visivo sui due modelli finiti. Il punteggio attribuito ad ogni singola valutazione è graduato da 0 a 5.
n.b.: le foto con lo sfondo rosso si riferiscono alla Ferrari 158 di Tameo Kits, quelle con lo sfondo azzurro si riferiscono alla Ferrari 158 NART di Meri Kits.
1) Esame statico delle componenti del kit
Il primo impatto con una scatola di
montaggio è costituito appunto dalla scatola.
Tameo Kits propone una classica scatola per modelli 1/43, dalla grafica
sufficientemente curata, ma indiscutibilmente troppo piccola. Se le dimensioni
possono essere sufficienti per un normale kit 1/43, per un superdettagliato
della serie WCT con centinaia di parti sarebbe davvero opportuno prevedere una
scatola dalle dimensioni un poco più generose; i numerosi pezzi sono veramente
compressi, disposti alla rinfusa e tendono a far esplodere la scatola; il
formato adottato da Tameo comporta inoltre fastidiose conseguenze per quanto
riguarda decals e istruzioni che, per trovare spazio nell’angusto contenitore,
subiscono pesanti maltrattamenti; le conseguenze peggiori sono patite dalle
decals, che possono talvolta risultare danneggiate dalle contorsioni cui sono
sottoposte; notevole perizia è richiesta infine per richiudere la scatola
rimettendo dentro tutto. Da questo punto di vista Meri Kits offre una scatola
senza dubbio migliore, la grafica non sarà il massimo (che si otterrebbe con
l’immagine del modello o della monoposto reale) ma l’impressione fornita è
buona; i pezzi all’interno hanno lo spazio sufficiente anche se non sono
separati in appositi spazi. Analogo risulta invece il sistema utilizzato per
raggruppare i pezzi, che sono in entrambi i casi contenuti in bustine di
plastica trasparente.
punteggio: Tameo = 2 Meri = 4
punteggio: Tameo = 2 Meri = 4
A prima vista le istruzioni appaiono molto simili: medesimo formato, entrambe
raccolte a formare un comodo “libretto” con pagine da sfogliare, prima pagina
curata con riproduzione della monoposto reale. Le similitudini finiscono qui,
quando si comincia a sfogliarle il paragone diventa insostenibile: 20 pagine,
52 disegni delle fasi di montaggio e 8 immagini della Ferrari vera per Tameo,
12 pagine, 13 disegni delle fasi di montaggio e 2 foto della monoposto reale
per Meri. La supremazia non si ferma ai numeri, infatti la qualità dei disegni di
Tameo è eccellente, le istruzioni sono precise, molto chiare e facili da
seguire. I disegni di Meri sono più approssimativi, anche se sufficientemente
chiari e precisi mentre la loro interpretazione può creare qualche difficoltà.
punteggio: Tameo = 5 Meri = 3
punteggio: Tameo = 5 Meri = 3
Il kit di una F1 degli anni ’60 di
solito non comprende molte decals
in virtù delle semplici livree adottate in quegli anni. Nelle nostre scatole
troviamo invece dei fogli decals abbastanza ricchi. Tameo si affida alle decals
per offrire addirittura 3 opzioni per la colorazione del corpo principale della
scocca: le alternative alla classica verniciatura (che richiede una semplice
mascheratura) prevedono una decal rossa a coprire l’intero pezzo o una decal
bianca da verniciare ed applicare successivamente per garantire la perfetta
corrispondenza di colore tra le varie parti. In verità queste soluzioni, ed in
particolar modo l’ultima, non sembrano così efficaci dal punto di vista del
risultato e della facilità esecutiva. Chi affronta la costruzione di un kit di
questo calibro non può avere problemi a verniciare gli elementi laterali della
scocca con la semplice mascheratura rettilinea di una minuscola superficie.
L’applicazione della decal (rossa o verniciata) porta inoltre ad un risultato
inferiore non fosse altro per il fatto che copre inevitabilmente la rivettatura
effettuata in negativo. Dal canto suo Meri Kits presenta un foglio decals che
permette di ottenere la colorazione bianco-blu grazie all’applicazione di una
decal blu su tutta la parte inferiore della scocca. Sono poi previste due
opzioni: una con il disco del numero intero, l’altra con il disco tagliato in
corrispondenza della congiunzione tra le parti inferiori e superiore della
scocca. La qualità delle decals è senz’altro migliore per Tameo: disegni
precisi e netti, sovrapposizioni perfette, copertura discreta. Meri Kits
utilizza decals più approssimative, le linee non sono sufficientemente nette ed
i particolari poco in evidenza. Infine Tameo, come sua abitudine consolidata e
apprezzabilissima, inserisce due fogli decals a perdonare un eventuale errore
di applicazione sempre incombente.
punteggio: Tameo = 5 Meri = 2
punteggio: Tameo = 5 Meri = 2
Arriviamo ad esaminare le parti che
costituiscono il corpo solido del kit. Grande rilevanza assume senza dubbio la
riproduzione della scocca
così come riprodotta nei suoi elementi principali. Tameo è pioniere
nell’utilizzo di tecniche innovative che, in questo caso, prevedono l’utilizzo
di fotoincisioni per gli elementi laterali della scocca e questi ultimi vengono
forniti già opportunamente bombati. Le altre parti sono invece riprodotte in
metallo bianco, materiale utilizzato anche da Meri Kits per tutta la scocca.
Il metallo bianco è di buona qualità per
Tameo con un ottimo livello di riproduzione dei particolari anche se forse
troppo morbido e quindi soggetto a rovinarsi in seguito a piccoli urti nella
manipolazione e lavorazione. Il metallo di Meri Kits è meno definito ma più
duro e permette dunque una manipolazione più tranquilla.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 3
punteggio: Tameo = 4 Meri = 3
Fotoincisioni: 5 lastre per Tameo e 4
per Meri. Complessivamente però la superficie di lastre Tameo è
approssimativamente tripla rispetto a Meri ed anche il numero di pezzi
fotoincisi è decisamente maggiore. Stesso discorso per la qualità, migliore nel
prodotto Tameo dal punto di vista della precisione e della pulizia e per la
progettazione, connotata da un’estrema cura ed attenzione alla riproduzione
delle parti in modo da attenersi il più possibile alle metodologie costruttive
del modello vero.
punteggio: Tameo = 5 Meri = 3
punteggio: Tameo = 5 Meri = 3
Fusioni: si presentano numericamente
alla pari ma immediatamente risulta una maggiore definizione in quelle del kit
Tameo; è facile rendersene conto paragonando, ad esempio, i due motori oppure i
due radiatori anteriori. Ottima la predisposizione dei fori nel kit Meri, non
così evidente in quello Tameo. Sulla qualità del metallo vale quanto detto in
merito alla scocca anche se, in considerazione delle dimensioni più ridotte di
queste parti, la morbidezza del metallo Tameo è meno determinante mentre
permette di eseguire fori e lavorazioni più agevolmente.
punteggio: Tameo = 5 Meri = 3
punteggio: Tameo = 5 Meri = 3
Torniture: sostanzialmente pari dal
punto di vista numerico e della qualità. Un cenno meritano i “chiodini” di
Tameo, pernetti che vanno a infilarsi in microscopici fori a simulare in modo
molto realistico il modello vero, ad esempio nel fissaggio dei tiranti delle
sospensioni posteriori alla scocca; a questo vantaggio corrisponde però una
certa difficoltà nel maneggiare queste piccolissime parti che vengono
opportunamente fornite in numero maggiore rispetto a quello richiesto dal
kit.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
Termoformature e pneumatici: le
prime, che riproducono il parabrezza, sono molto simili, in entrambi i kits ne
vengono fornite due, la linea di taglio di Tameo è un poco più evidente,
richiedono comunque sempre una lavorazione non così agevole per ottenere il
pezzo desiderato. Gli pneumatici presentano in entrambi i casi il disegno del
battistrada anche se quello di Meri kits risulta troppo grosso, fuori scala.
Anche le proporzioni dello pneumatico posteriore di Meri kits non risultano così
azzeccate e ciò si rileva semplicemente dalle foto riportate sulle
istruzioni.
punteggio: Tameo = 3 Meri = 2
punteggio: Tameo = 3 Meri = 2
2) Assemblaggio
Il montaggio vero e proprio viene suddiviso in modo da rappresentare stati di avanzamento paragonabili; a questo fine si è cercato di uniformare le fasi previste dalle istruzioni senza peraltro incorrere in anomalie od alterare le logiche di montaggio. In questa fase la valutazione non considera solo la qualità del prodotto via via ottenuto ma anche la qualità del montaggio ed i problemi eventualmente incontrati.
La prima fase prevede il montaggio
delle scocche con gli
elementi laterali, i fondi, le pedaliere, i supporti dei motori ed i triangoli
delle sospensioni anteriori inferiori. Per arrivare a questo punto il kit Tameo
prevede 42 pezzi e adotta la tecnica
degli incastri successivi di elementi fotoincisi. Bisogna rilevare che tale
tecnica, agevolata dalla precisione degli incastri, non solo risulta divertente
ma permette di saldare i pezzi anziché di incollarli e quindi di perfezionare
l’assemblaggio ottenendo un insieme di notevole solidità con innegabili
vantaggi nelle fasi successive di manipolazione e lavorazione. La precisione
degli incastri delle fotoincisioni piane si contrappone tuttavia
all’approssimazione delle due presagomate a formare le pareti laterali della
scocca: la corrispondenza tra il telaio precedentemente ottenuto ed i pannelli
laterali non è eccezionale e per ridurre la fessura tra queste parti è stato
necessario incollarle sotto pressione con il rischio di danneggiare la vernice.
Meri Kits evade la pratica scocca con tre soli pezzi, a discapito del realismo
ma a vantaggio di una grande semplicità di esecuzione. In realtà al termine del
montaggio la maggior parte degli elementi che è andata a comporre la scocca di
Tameo resta completamente nascosta ed il lavoro svolto assume valore più a
livello di soddisfazione nell’esecuzione che di effettiva influenza sul
risultato finale.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 3
punteggio: Tameo = 4 Meri = 3
Alle scocche così ottenute
aggiungiamo ora i radiatori
con i vari serbatoi anteriori, gli abitacoli
con i cruscotti e completiamo le sospensioni
anteriori. Per arrivare a questo stato di avanzamento Tameo aggiunge
altri 77 pezzi mentre Meri ne impiega 44. In questa fase non si presentano
particolari problemi se non, in entrambi i kits, nel montaggio delle
sospensioni anteriori che richiede attenzione per rispettare gli allineamenti
ed ottenere assetti corretti. Meri Kits, come si rileverà anche in seguito,
fornisce cavi e fili e illustra nelle istruzioni il loro posizionamento. In
questo caso ci riferiamo ai cavi che partono dagli strumenti del cruscotto ed ai
cavi dei freni anteriori. Tameo Kits non fornisce tali materiali né indica la
loro collocazione; allega però discreta documentazione per consentire la facile
miglioria. Malgrado la riduzione della sproporzione tra i pezzi non si perviene
ad un corrispondente livellamento nella qualità del prodotto ottenuto, mentre
la facilità del montaggio è paragonabile.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
Analizziamo ora due pezzi
simultaneamente in virtù delle analogie che li accomunano: la parte superiore del motore con le bobine
e la pompa della benzina. Sono entrambi pezzi di ridotte
dimensioni rispetto al modello finito ma assumono rilevanza in funzione del
risultato finale a causa della loro visibilità. Le bobine con il loro
supporto sono realizzate da Tameo con 14 pezzi contro i 2 pezzi utilizzati da
Meri. La differenza quantitativa si traduce in modo evidente in differenza
qualitativa: l’insieme finale di Tameo si presenta pulito nel dettaglio e molto
realistico anche ad un esame ravvicinato mentre il blocco unico di Meri Kits fa la sua figura solo
osservandolo oltre 30 cm.
di distanza. Evidentemente il montaggio del pezzo Tameo risulta più complesso,
con particolare attenzione da dedicare al corretto allineamento delle 4 bobine.
Qualche problema emerge altresì dalla foratura di queste ultime per installare
i relativi cavi: è consigliabile montare sul tornio le bobine tornite di Tameo
per ottenere una centratura accettabile del foro cha accoglierà i cavi. Nessun
problema a forare il metallo bianco su kit Meri. Il tema “pompa della
benzina” è stato invece affrontato in maniera del tutto analoga dai due
produttori: una serie di 18 dischi fotoincisi per Tameo e 19 per Meri infilati
in una tornitura che funge da struttura del pezzo. Se i presupposti sono gli
stessi non altrettanto si può dire per i risultati: l’allineamento dei dischi
di Tameo è perfetto e semplice da ottenere, mentre i dischi di Meri Kits non
restano perfettamente complanari forse anche in considerazione del loro
maggiore (seppure corretto) diametro che amplifica eventuali difficoltà di
posizionamento al centro.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 2
punteggio: Tameo = 4 Meri = 2
Cuore della monoposto vera così come
del modello è il blocco del motore.
In questo caso il confronto si risolve in modo più equilibrato: con 12 pezzi in
più (34 contro i 22 di Meri) Tameo non riesce a prevalere significativamente in
occasione del verdetto emesso dall’esame del pezzo assemblato seppur mantenga
una lieve supremazia a livello di pulizia e precisione. Il montaggio non crea
problemi in nessun caso, mentre Meri Kits fornisce ancora una volta i cavi
delle candele. Questi ultimi sono però troppo spessi e sono stati sostituiti
con filo da pesca verniciato di arancione; il rinvio alle immagini per il loro
posizionamento, inoltre, non è del tutto esaustivo, ma la buona volontà è
comunque apprezzabile. Bene i tromboncini per entrambi, l’allineamento risulta
agevole.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
Il blocco motore serve da supporto al
gruppo trasmissione-sospensioni
posteriori. E’ questa una parte che richiede una certa attenzione vista
l’importanza dell’allineamento e della simmetria dei vari tiranti delle
sospensioni. Ancora una volta le parti riprodotte sono pressochè le medesime,
ma i pezzi che le compongono sono 68 per Tameo e 36 per Meri. Basti pensare al
sistema utilizzato da Tameo per riprodurre i tiranti laterali delle sospensioni
posteriori (quelli che corrono a fianco del motore): la barretta metallica che
li riproduce è forata alle estremità e in tali fori si devono inserire due
mini-asole fotoincise in cui si infilano due perni per il fissaggio al telaio e
alla sospensione vera e propria. E’ necessario munirsi di una pinzetta dalle
punte sottilissime e mettere comunque in conto un certo numero di lanci in
orbita di questi minuscoli pezzettini che schizzano dalle pinzette a velocità
inaudite. Conscia di ciò Tameo ha accluso un cospicuo numero di perni di
riserva. Il risultato finale premia la pazienza e il sacrificio di tanti
pernetti prematuramente scomparsi, ma forse non in misura così evidente
rispetto al risultato ottenuto con l’incollaggio del singolo pezzo come
previsto da Meri Kits. Su entrambi troviamo dischi dei freni torniti così come
sono torniture i terminali dei tubi di scarico. Semiassi ancora torniti e
giunti fotoincisi per Tameo mentre Meri riproduce il tutto con un’unica fusione
neanche troppo pulita. La tiranteria di Meri presenta infine asole
surdimensionate che rimangono in parte vuote dopo il montaggio così come accadde
per i supporti degli scarichi.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 2
punteggio: Tameo = 4 Meri = 2
I modelli sono a questo punto quasi
terminati. Il montaggio delle ruote
ci fornisce una controprova della correttezza degli assetti e delle simmetrie
delle sospensioni. Di per sé semplici da assemblare le ruote assumono una certa
rilevanza nel risultato finale in considerazione della loro grande visibilità. Tameo
Kits utilizza 5 pezzi per ogni ruota e Meri Kits 4 e ciò in quanto Tameo
scompone il cerchio in due parti e impiega una fotoincisione per riprodurre il
bordino argentato. Meri riproduce il cerchio con un’unica fusione e prevede la
verniciatura del bordino in argento. A questo fine è agevole utilizzare un
pennarello a vernice, posizionarlo sul bordo del cerchio e fare girare lo
stesso in modo continuo e omogeneo. In più, particolare omesso da Tameo,
acclude la valvola in microtornitura.
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
punteggio: Tameo = 4 Meri = 4
Nei modelli 1/43 con parti apribili ho l’abitudine di
procedere al montaggio di tutto il modello escluse queste parti che lascio
grezze in modo da poterle provare ed intervenire su di esse senza danneggiare
la verniciatura. Spesso in questa scala i modelli non sono affatto “apribili”
ma “aperti” e gli interventi da fare risultano a volte laboriosi e complessi. A
modello montato è però possibile verificare gli esatti ingombri delle parti
meccaniche che andranno coperte e fresare opportunamente cofani e scocche
adattandoli per ottenere una chiusura soddisfacente. A volte sarà necessario
aggiungere materiale per riempire fessure con plasticard e stucco, altre volte
rivedere gli attacchi di alcune parti meccaniche per posizionarle più in basso
in modo da permettere la chiusura. Si può dunque analizzare questa ultima fase
sotto due punti di vista: l’assemblaggio vero e proprio delle parti amovibili e
la loro predisposizione a permettere un’effettiva e precisa chiusura del
modello con la possibilità di essere facilmente asportate. La maggiore
difficoltà incontrata nel montaggio riguarda l’applicazione del vetrino. E’ un
problema ricorrente che di solito si affronta con l’utilizzo di colle viniliche
o epossidiche. Io privilegio quest’ultima soluzione applicando la colla sul
modello e aspettando che asciughi quasi completamente. Appoggiando il vetro in
questo modo si potrà ottenere un incollaggio quasi immediato che permette
altresì di effettuare gli spostamenti necessari al corretto posizionamento.
Aiuta in questa operazione la riproduzione sul modello della battuta del vetro
che funge da guida e nasconde piccole sbavature come previsto da kit Tameo.
Quest’ultimo aggiunge una decals a riprodurre la guarnizione del parabrezza che
ulteriormente aiuta a coprire le imperfezioni dell’incollaggio. In questo caso
ho utilizzato il doppione incluso da Tameo per meglio rifinire il modello Meri,
sprovvisto anche della battuta. Belli gli specchietti torniti di Tameo Kits col
supporto fotoinciso a differenza delle fusioni di Meri Kits; più realistiche le
griglie del motore di Tameo rispetto a quelle troppo squadrate di Meri. 10 a 8 pezzi per Tameo grazie
alle due parti usate per gli specchietti. Per quanto riguarda la “chiudibilità”
dei modelli questa si verifica su due parti: il cofano motore e quello
anteriore che comprende anche il musetto. Entrambi i cofani hanno richiesto
interventi relativamente all’alloggiamento delle pompe della benzina che ha
dovuto essere allargato. I tromboncini di Tameo si sono correttamente innestati
nelle loro fessure così come le rispettive griglie di protezione. Non così per
il modello Meri che ha richiesto un ingente lavoro di adattamento per consentire
al cofano motore di calarsi nella sua posizione. Le fessure sono state
allargate verso l’interno e conseguentemente le griglie modificate per
adattarsi alla nuova sede. La parte anteriore ha invece condotto a risultati
opposti: quasi perfetta la corrispondenza per Meri Kits che ha richiesto solo
qualche fresatura all’interno del musetto, molto problematico l’adattamento per
Tameo. Fin dall’inizio è stata evidente la difficoltà, soprattutto per i
fianchetti a lato dell’abitacolo, a combaciare con la parte inferiore della
scocca. I fianchetti sono conformati in modo da dover assumere un’inclinazione
troppo verticale per adattarsi alla parte inferiore così come per seguire
l’inclinazione del roll-bar. In tal modo risultano anche troppo alti e tendono
a chiudere l’abitacolo verso la parte posteriore. Ho pertanto cercato di
comprimere leggermente il cofano anteriore all’altezza delle sospensioni
anteriori, ho quindi fresato leggermente il pezzo all’interno per compensare
l’effetto della compressione in modo tale che la battuta dei fianchetti fosse
sufficientemente corretta pur non potendo evitare la conformazione troppo
verticale ed una soluzione di continuità di curvatura tra le due parti. Il
problema è stato secondo me originato dal fatto che l’altezza dei fianchetti
fosse eccessiva e ciò si evince dal paragone con il modello Meri Kits e con le
foto del modello vero. Presentando il modello “aperto” evidentemente la
questione non si pone in quanto non si nota la lieve mancanza di corrispondenza
tenendo i pezzi separati.
punteggio: Tameo = 2 Meri = 3
punteggio: Tameo = 2 Meri = 3
3) Confronto visivo dei modelli finiti
Dopo tanto tribolare per montare i
nostri modelli l’esame visivo finale consegna il verdetto definitivo. Sotto
questa forma ammireremo le nostre realizzazioni per molto tempo ed è per questo
che è importante l’esito di questa analisi al di là delle problematiche
affrontate nel corso del montaggio. A modelli “chiusi” l’effetto è abbastanza
simile; il modello Meri Kits è favorito dal punto di vista cromatico in virtù
della colorazione bianca e blu rispetto al più scontato rosso Ferrari del Tameo
Kits. Non è però soltanto una questione di tinte che favorisce una buona resa
visiva del modello Meri: con le parti meccaniche coperte molti dei pezzi più
particolareggiati di Tameo non sono visibili, e il confronto si riduce alle
carrozzerie, alle ruote e a qualche particolare del motore e delle sospensioni.
A modelli chiusi inoltre risalta quella soluzione di continuità tra i pannelli
laterali della carrozzeria e la copertura dell’abitacolo del modello Tameo cui
si è accennato precedentemente. Diverso è il discorso nel momento in cui
vengono asportati i cofani: ecco che i vantaggi numerici parziali a favore del
kit Tameo si trasferiscono in una resa finale in cui il maggior dettaglio conduce
direttamente, in una parola, ad un maggiore realismo, che è poi lo scopo
principale di una riproduzione in scala ridotta. Il numero di pezzi pressoché
doppio non sarebbe di per sé garanzia di un migliore risultato se non fosse
accompagnato da una precisione di montaggio e da una corretta proporzione dei
pezzi stessi.
Punteggio modelli chiusi: Tameo = 4 Meri = 4
Punteggio modelli aperti: Tameo = 5 Meri = 3
Punteggio modelli chiusi: Tameo = 4 Meri = 4
Punteggio modelli aperti: Tameo = 5 Meri = 3
Conclusioni
Ai punti vince Tameo, non è
necessario fare i calcoli. La media è di 4 contro poco più di 3 per Meri. La
tecnologia di cui dispone Tameo sembra d’altronde su un altro pianeta rispetto
alla stragrande maggioranza dei kits in 1/43 a livello mondiale. Ogni nuovo
modello presenta soluzioni progettuali e costruttive connotate da una
sofisticazione sempre crescente. In questo incessante processo evolutivo la
miniaturizzazione dei particolari sta però arrivando a livelli di guardia e
piuttosto elitari: non è proprio alla portata di tutti montare con risultati
soddisfacenti uno degli ultimi kits “high tech”. E’ proprio per questo che
alcuni preferiranno il Kit Meri che, in virtù di un’impostazione più
tradizionale e semplificata, richiede
minore impegno permettendo, allo stesso tempo, di ottenere un risultato finale
comunque apprezzabile.